Val di Fiemme: al rifugio Torre di Pisa dal Passo Feudo

Da ormai quasi 20 anni, avendo un compagno di Predazzo, vivo le Valli di Fiemme e Fassa con una certa intensità. A piedi, in bici, con gli sci, anno dopo anno, le percorriamo in tutte le loro meravigliose possibilità, rimanendo ogni volta estasiati di fronte allo spettacolo sublime delle Dolomiti.
Io amo moltissimo la sensazione di apertura che regala il mare, ma provo un’emozione molto più potente quando mi trovo in vetta: la vista non ha ostacoli e si riempie della bellezza varia, mossa, ricca, delle onde di catene, cime, pascoli e rocce che si susseguono sempre più evanescenti verso l’orizzonte. Proprio ieri, ad esempio, in meno di due ore ho potuto perdere lo sguardo in questo mare di montagne dall’alto di cima Cavignon nel Gruppo del Latemar.
Come ci si arriva? Partendo dal parcheggio dell’ovovia del Latemar, appena sopra Predazzo. Per i più allenati si può partire a piedi direttamente dal paese, ma io consiglio caldamente la mia versione!
Dicevo, si prende l’ovovia fino alla Baita Gardonè e poi la seggiovia fino al rifugio Passo Feudo (questo secondo tratto si può senz’altro fare anche a piedi). Arrivati, si segue il sentiero 516, proprio sopra il rifugio, e, in circa 1 ora, 1 ora e mezza (noi avevamo una bimba di 10 anni), si raggiunge il rifugio Torre di Pisa a 2.671 metri di quota, vicino al quale un pinnacolo obliquo ricorda appunto il celebre monumento.
Il sentiero è tutto in salita, tutta salute: abbandonate le speranze oh voi che partite pensando di non sudare.
Nella prima parte si attraversano pascoli verdi, più o meno inclinati, caratterizzati dagli omeneti, ometti di pietra costruiti dagli escursionisti per indicare il percorso da seguire (si trovano spesso anche sulla cima delle montagne, a volte con funzione di “custodia” per il libro di vetta); è possibile quindi tirare il fiato con la scusa di sistemare qualche ometto malandato o, per i più narcisisti, costruire il proprio.
Si arriva quindi piuttosto velocemente al bivio con tutte le indicazioni. Voi seguite SALITA! 🙂




Da qui in poi si alternano sentieri stretti, scalini, gradoni di roccia, ghiaioni, gradini sdrucciolevoli, sgrebeni veri e propri: un continuo cambio di terreno che richiede attenzione e tiene la testa impegnata, cosa che tutto sommato fa sentire meno la fatica. Sono indispensabili scarponcini adatti, molto utili i bastoncini da trekking e consigliato il cappellino e una buona protezione solare perché sì è sempre esposti. Ovviamente è un percorso misto non adatto ai passeggini e nemmeno alle bici; bambini sì, ma con molta prudenza nei tratti più sdrucciolevoli.






Arrivati sulla cima, si può proseguire e raggiungere la torre di Pisa in pochi minuti: si sale qualche metro dietro il rifugio, si supera la piazzola di atterraggio dell’elicottero, e si guarda verso ovest.
Il panorama è spettacolare e permette, nelle giornate limpide, di vedere praticamente tutto il comprensorio dolomitico, dalle Pale di S.Martino, al Lagorai, alle Dolomiti di Brenta, fino al Gruppo Presanella-Adamello e all’Ortles-Cevedale. Alle spalle del rifugio, i monti Civetta, Pelmo, Antelao, Marmolada, Tofane e Piz Boé. Per individuarli, è a disposizione un osservatorio che, puntato sulle diverse cime, indica i loro nomi.




Dopo aver gustato un buon pasto e il superbo panorama, siamo ridiscesi godendo delle viste mozzafiato a ritroso, che in parte non avevamo colto salendo: c’era anche un piccolo laghetto di neve.


Io sono arrivata al rifugio Passo Feudo con le gambe a pezzi, perché ero reduce da un anello di 6 ore sulle Dolomiti fassane fatto il giorno prima… La discesa si fa sentire più della salita nelle ginocchia e nei piedi!
Non vi dico l’estasi di ridiscendere con la seggiovia, sospesi su questo mare verde, le gambe a penzoloni, i piedi finalmente leggeri, liberati da ogni impegno come la testa, vuota di pensieri, piena di piacere, di aria fresca, di bellezza, di pace.
Ahhhhh… il privilegio di vivere in Trentino è tutto in queste cime, uno spettacolo capace di riempirti l’anima, proprio fuori dalla porta.
